- ven ott 26, 2007 7:10 pm
#4689
Aggiornamento del diario del cuore:ho trovato finalmente una persona che risponde a certi miei bisogni inappagati (non pensate male zozzoni), che mi fa sentire bene e mi fa sentire a posto. Come tutte le cose che intraprendo ha un risvolto cinematografico (in senso di telenovela), lei è tornata in Romania per finire l'università e io sono rimasto qui a chattare con lei e a vederla in webcam. L'amore sposta i monti e mi ha anche dato la capacità di trovare un programma funzionante per Linux con chat e webcam (è unico o quasi). Dopo tutto ciò mi sono anche messo ad imparare un minimo di rumeno, scoprendo questa come una sfida appassionante, imparare una lingua da zero (se è la lingua della persona al tuo fianco), è divertente anche perchè nascono sempre dei divertenti qui pro quo. E' anche divertente e interessante vedere come vivono la lontananza i cosiddetti "extracomunitari" (che invece sono "comunitari", i romeni poichè l'Europa s'è allargata). Innanzitutto non hanno contatti come noi tradizionalmente li abbiamo, essendo qui non riescono a tenere amicizie nel loro Paese come noi le teniamo qui, ma si sentono quando riescono attraverso svariati mezzi (i grandi utilizzatori di Skype), Inoltre, ci sono prodotti che da noi ci sono e che in altri Paesi non esistono o non sono buoni come da noi, provate (voi che non siete allergici al cacao come il sottoscritto) ad essere lontani da casa e ad avere voglia di Toblerone, sarà difficile trovarlo ad un prezzo decente. Ci sono quindi gli spedizionieri: ieri sono andato a spedire un pacco al mio amore, pieno di cose dolci che lì non trova (cose strettamente necessarie alla sopravvivenza in un clima rigido, come pistacchi, nutella, toblerone appunto e varie altre cose): sono arrivato in orario di partenza del pullman ed ero l'unico italiano nella fila, la cultura ci divide profondamente anche se la Romania dista tre ore d'aereo da Malpensa ed è un Paese affascinante e pieno di tradizioni come pochi. Gli sguardi che ricevevo passavano dall'incuriosito, al quasi ostile (con i capelli corti vengo sempre scambiato per un poliziotto, povere forze dell'ordine...la difficoltà nel capire la differenza tra potere legislativo e potere legiferativo). Fatto sta, che arrivo per dare il mio pacco e trovo altri italiani nella mia stessa condizione, ognuno accompagnato da una donna. CI sono vari livelli che distingui subito in un rapporto, uno in coda con me parlava bene il rumeno e scherzava con l'autista dell'autobus ed era ben accetto, un altro invece, insieme da poco probabilmente, parlava a stento con le persone di servizio ed era intimidito dalla presenza di tanti "stranieri". Forse perchè io ho amici sparsi per il mondo (Australia, Canada, Brasile, Romania, Albania solo per citarne alcuni), ma non mi sentivo per niente intimidito. Nell'esprimermi (sia in positivo che in negativo) come nell'espormi non ho problemi (come avrete capito) e ho spedito il mio pacco parlando in italiano ed inglese (per sicurezza), visto che il rumeno ancora lo conosco poco. In fondo mi hanno visto per quello che ero, un ragazzo che spediva un pacco alla donna che ama e che è lontana, niente di più e niente di meno. Questa cosa mi ha aiutato ad avere una visuale più ampia di quello che deve essere vivere qui per chi è lontano da casa.
La cosa che invece mi fa incazzare non poco e qui la metto giù e la sottoscrivo è la xenofobia. Cosa voglia dire questo termine dev'essere chiaro ai greci come lo deve essere chiaro a noi. E' la paura immotivata dello straniero, il timore che vengano qui per depredarci (ci cosa poi). Un'altra è parlare di rumeni come "zingari", a parte essere insultante (come per noi lo è "terrone") è anche totalmente inesatto (e un ingegnere s'infuria davanti alle cose imprecise ed inesatte). Gli zingari, non sono originari di nessun luogo, vengono dal Montenegro, dalla Romania, dall'Ungheria (da cui il nome francese "Bohemienne", perchpè la Boemia è una regione) e da mille altri posti. Sarebbe come dire ad un basco che i baschi sono spagnoli (non fatelo, se ci tenete ai denti). Gli zingari sono un popolo migrante e nomade per definizione. Si dividono in etnie che non hanno a che fare alcunchè con la provenienza e che non conta molto per loro (tanto sono di passaggio). Alle troi mariè dè la mer, una cittadina nella Camargue (sud della Francia, andateci, ne vale la pena) c'è una Chiesa dove gli zingari fanno una tradizionale processione a cavallo portando la Madonna nera, una delle loro protettrici. Ebbene, questa tradizione è quasi millenaria eppure noi (alcuni giornali) continuiamo a chiamarli rumeni, perchè non chiamarli francesi? Quello che voglio dire è che dare una nazionalità ad un popolo che si definisce poi nomade è una contraddizione bella e buona. Io non voglio proporre una soluzione, perchè non ne ho nè la capacità nè la forza poi di attuarla, ma chiedere semplicemente di non bollare come "extracomunitari" tutto ciò che ci sembra strano, ma piuttosto informiamoci meglio e vediamo di condividere ciò che ci appartiene in maniera che gli altri ci accettino con più facilità. Detto tutto questo, oh gli stronzi ci sono dappertutto, speriamo di non incontrarne.
"E' nei cambiamenti che troviamo uno scopo" Eraclito
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