I metodi ad alta densità e volume
Sto sperimentando vari protocolli che vanno sotto questo nome e che eseguo
con movimenti complessi. Tutto ciò che dirò, l'ho pensato sulle mie basi e
sul mio corpo per questo non voglio costringervi a pensare che il mio sia IL
METODO. Sono solo una serie d?idee che mi sono venute in mente.
Partiamo con il solito preambolo sulle variabili che tratteremo: il volume
è inteso come numero di serie x numero di ripetizioni totali, in altre parole quanto
viene fatto per un determinato esercizio/muscolo/giorno. Questo parametro è
notoriamente inversamente proporzionale all'intensità, che è la quantità di peso
che noi spostiamo su di un bilanciere. Il tempo di riposo o rest è la quantità di
tempo che deve intercorrere tra una serie e l'altra oppure tra un esercizio e l'altro.
Detto questo, parliamo in generale dei sistemi ad alto volume e dei loro scopi.
Cosa succede ripetendo un esercizio per migliaia di volte a settimana? Che s?impara
a fare (correttamente o no dipende dal nostro livello d'informazione) e che si acquisisce
una certa "sicurezza" nell'esecuzione. Sicurezza, che tradotta in soldoni, vuol dire
un aumento di carico e quindi un aumento della massa muscolare. Queste due quantità
spesso, sono in contrasto l'una con l'altra e quindi bisogna saper armonizzare i due
obiettivi in maniera tale da avere sempre davanti qualcosa di nuovo da fare ed
un nuovo obiettivo da raggiungere. Si costruisce così un macrociclo (una serie
di allenamenti o cicli insieme) che può darci una serie di guadagni sia da una
che dall'altra parte.
1. 10x10
Il German Volume Training è un protocollo che deve il suo nome al suo primo impiego:
che è stato, appunto, tra i pesisti della della Germania dell'Est all'inizio degli anni '70.
Lo hanno rivisitato Gironda, Charles Poliquin, Mahler ed io. Insomma, è un protocollo che
definendo una variabile tra le tre elencate sopra, si presta a diverse variazioni sul tema
che danno anche diversi risultati. Ve ne voglio elencare un paio, che mi sembrano rilevanti
non solo dal punto dell'aumento di massa, ma che possono anche adattarsi ad un periodo di
volumizzazione pesante che ci consente di mantenere dei livelli di forza adeguati e avere
dei discreti aumenti estetici (non della massa corporea, ma estetici. Notate la differenza).
Nella sua visione classica il GVT richiedeva che si eseguissero 10 serie da 10 ripetizioni
di due esercizi (meglio se per muscoli antagonisti) con un riposo di 90 secondi ed un peso
che permettesse 20 ripetizioni. Quindi siamo ad un volume di 200 ripetizioni per 3 sedute
settimanali,quindi 600 ripetizioni la settimana. Inutile dire che bisogna scegliere gli
esercizi con moltissima cura e mantenere un certo volume di esercizi di assistenza
(in genere una o due serie per 10 ripetizioni) per riuscire a completare bene il workout.
Tutti hanno degli incrementi di massa con questo tipo di allenamento, ma molti lamentano
una perdita di forza considerevole, dato il lungo TUT. Allora, l'idea di molti è stata di
partire con pesi più alti e cercare l'aumento di volume costante andando avanti col
microciclo. Su questo tipo di aumento ci sono varie scuole di pensiero: la più semplice
è quella di Poliquin, che dice "tenta di mantenere il numero di reps costante, se
arrivi a cedimento tecnico o non ce la fai,la prossima serie scala di una ripetizione",
non dice esattamente così, ma è quello che tutti cercano
di fare, con conseguenze a volte disastrose. L'idea di Mike Mahler, che si può leggere su rawtraining adesso, è quella d'incrementare di una ripetizione a settimana, partendo da un 10x5 e arrivando ad un 10x10 in 5 settimane. Anche qui c'è un bel gradino, si passa da un 10x5 ad un 10x6, un aumento del TUT del 20%, si spera che voi abbiate recuperato e supercompensato sennò sono cavoli amari. La mia idea, è scaturita invece durante il ciclo di GVT che avevo progettato all'inizio dei mie allenamenti homemade ed è incentrata sull'unica variabile che è veramente importante: il volume. Tutti sanno, dall'esperienza comune che abbiamo dei piramidali, che se recuperiamo poco, faremo meno ripetizioni anche a parità di peso, se arriviamo a cedimento, c'è una probabilità non nulla di non riuscire proprio a muoverlo quel peso. Quindi io cosa ho fatto? Semplice, mi sono detto "ci sono 100 ripetizioni da fare con un dato peso", non aspetto che intervenga una situazione di cedimento, inizio da un 60% del volume (60 ripeizioni,che poi si sono rivelate 70...) e man mano che mi abituo porterò a conclusione una serie in più. Facendo così, si gestisce la fatica in maniera costante (alle ultime 10 ripetizioni non senti comunque più le braccia) e riesci a lavorare più efficientemente e senza dover per forza fallire una ripetizione. Questo, ci fornisce anche un margine di miglioramento: ovvero se io riesco a fare 100 ripetizioni con rest di 90 sec, miglioro se ne faccio 100 con recuperi di 60 sec. Per quanto riguarda la scelta degli esercizi con questo metodo,
io ho trovato una conclusione che mi sembra ideale: un esercizio ad alta articolazione
(tri articolare o più) ed uno di "isolamento" (sarebbe meglio dire specifico? Comunque
biarticolare o meno). I miei allenamenti li trovate nel mio diario, ma non sarei ingegnere se
non finissi con un esempio:
A
Stacco romeno 10x10 rest 90 sec
Parallele o Panca piana 10x10 rest 90 sec
leg curl 2x10
Scott press o lento manubri 2x10
French Press 2x10 (provateci...vi farà rendere conto di quanto facciano i tricipiti quando sono allenati i pettorali)
B
Squat 10x10 rest 90 sec
Rematore 10x10 rest 90 sec
Pressa 2x10
Pulley alto 2x10
Scott Curl 2x10 (provateci...vi farà rendere conto di quanto facciano i bicipiti quando sono allenati i dorsali)
C (variante dinamica che aiuta a mantenere i livelli di forza)
Swing manubrio 10x10
Push press 10x10
Niente assistenza.
Iubirea te iubesc mult!