Detto tutto ciò (sono logorroico), riassumiamo i concetti:
- Una cosa varia poco tra gli schemi di CPol e Gironda, che è il rapporto (TUT/recupero)x%RM. Questo parametro, è una delle definizioni che possiamo dare dello sforzo percepito.
- Usando tutto ciò, insieme al concetto di unità di carico, possiamo stabilire delle routine in tutto e per tutto da Body Builder.
Questo non vuol dire che un 4x6 @ 60%RM con 30 secondi di recupero, sia identico a 4x12 con 60 secondi di recupero. Bisogna sempre tenere a mente i parametri fino ad ora esclusi da questo discorso per semplificare le cose (come la composizione delle fibre, il tipo di esercizio...).
Alla fine mi sembra giusto fare un esempio che spero sarà chiaro a tutti: su ON ho trovato un articolo (www.olympian.it/on/68_10.cfm) che parlava di una routine ciclica per la massa in cui si variava il numero di serie di esercizi fino a 7 serie per 10 ripetizioni con un minuto di recupero. Questo tipo di allenamento ha un grande svantaggio: solo di recupero richiede circa 7 minuti ad esercizio di solo recupero, con 5 esercizi divengono 35 minuti di solo recupero, contando anche il TUT arriviamo subito ben oltre i 60 minuti di allenamento, non tanto per la storia testosterone/cortisolo, ma chi ha così tanto tempo da dedicare ad un allenamento con casa, famiglia, lavoro...un professionista può allenarsi molto più tempo di noi, ma noi invece dobbiamo condensare e la densità ce lo permette ampiamente. Partiamo dal rapporto TUT/recupero: perchè tenerlo costante per esercizi monoarticolari e multiarticolari? Per i multiarticolari l'intensità è molto importante, alza il testosterone, ci permette di sviluppare forza che ci porta all'aumento del carico. Prendendo come metro di misura l'8x8 di Gironda (8x8 @30 sec di recupero) fisso la misura a 0,8. Questo è il massimo TUT/recupero che mi sento di consigliare a che volesse provare ad utilizzare questo metodo. Per l'intensità, il trucco è partire dalle cose facili: tenere un buffer ampio all'inizio, vi inciterà a fare di meglio più avanti. Partire con un 1,5RM rispetto al RM con cui si andrebbe a cedimento può essere un buon inizio (lo so che è macchinoso, ma gurdate gli esempi sotto, è più difficile spiegarlo che calcolarlo).
Come detto all'inizio il range ipertrofico definito da Poliquin è circa da 6 a 20 ripetizioni, mediamente un TUT/recupero= 0,22.
Volendo allora fare un allenamento abbastanza intenso per i multiarticolari, bisogna tenersi abbastanza bassi come TUT/recupero, allora tagliando il 20% si ha un rapporto di circa 0,18. Tenendo un recupero incompleto di 2 minuti si ha una densità bassa con grande spazio per l'intensità (culturisticamente parlando), facendo i calcoli si hanno varie opzioni:
- serie da 7 ripetizioni con 2 minuti di recupero 10RM
- serie da 10 ripetizioni con 3 minuti di recupero 15 RM
- serie da 5 ripetizioni con 90 secondi di recupero 8 RM
A questo punto il fissato delle ripetizioni mi viene a dire: ma 7 ripetizioni sono ben diverse da 5 ripetizioni! E poi Poliquin diceva che per la massa ce ne vogliono da 6 a 20!
Tutte queste esclamazioni per farvi rendere conto di una cosa: il rapporto TUT/recupero ci da delle serie e delle ripetizioni in range che NOI decidiamo e con l'intensità di sforzo da NOI decisa.
Volendo proseguire con il nostro allenamento, nel microciclo successivo potremmo decidere che i multiarticolari possono arrivare fino a 0,22. Allora abbiamo altre opzioni:
- serie da 13 ripetizioni con 3 minuti di recupero 20RM
- serie da 9 ripetizioni con 2 minuti di recupero 13RM
- serie da 7 ripetizioni con 90 secondi di recupero 10RM
- serie da 4 ripetizioni con 1 minuto di recupero 6RM
si può andare avanti per anni solamente incrementando quel rapporto. Per quello che riguarda i monoarticolari, bisogna usare un TUT più alto, infatti l'alta densità in questi esercizi ci da la capillarizzazione, che ci permette di far affluire più sangue ai muscoli riuscendo così a portare più nutrimenti ai muscoli e facendoli crescere meglio. Qui ci avvicineremo al fatidico 0,8 imposto da Gironda. Volendo partire da un rapporto comunque per iniziare basso si possono fare serie di pompaggio con un rapporto da 0,4 (facile) a 0,6 (non proprio facile...), facendo i calcoli, con un rapporto da 0,4 si possono fare:
- serie da 6 con 45 secondi di recupero 9RM
- serie da 8 con un minuto di recupero 12RM
Per esperienza personale, io non andrei sopra il minuto di recupero nelle serie di monoarticolari. La congestione di acido lattico dato dalla fatica cumulativa, è molto superiore con recuperi sotto il minuto. Qui è meglio tagliare l'intensità per due motivi fondamentali, mai recepiti bene dai neofiti: il primo motivo è la fatica cumulativa, l'intensità di sforzo percepita non degrada linearmente con l'abbassarsi dei tempi di recupero, è quindi opportuno non farsi prendere dalla smania del carico. Il secondo motivo è più salutistico: nei monoarticolari le articolazioni sono coinvolte in maniera pesante, l'esecuzione scorretta o il troppo carico (o i movimenti balistici) possono danneggiare le articolazioni. E' meglio quindi mettere l'ego da parte ed usare unRM doppio rispetto a quello del cedimento.
Se però uno ha la soglia del dolore molto alta a a 0,6 si possono fare:
- serie da 6 con 30 secondi di recupero (uno dei primi stage di Gironda) 12RM
- serie da 9 con 45 secondi di recupero 18RM
- serie da 12 con 60 secondi di recupero 20RM
In conclusione, quello che è importante non sono i numeri, ma la misura della progressione da un microciclo all'altro. Quello che ho esposto fino ad adesso è solo un altro metodo per registrare una progressione nella vostra capacità di lavoro e nella vostra sopportazione della densità. In maniera empirica questo metodo vi permette di settare due parametri fondamentali come il TUT e il recupero. Negli allenamenti a fatica cumulativa sono questi i due parametri che bisogna sempre tenere in conto.
Iubirea te iubesc mult!